domenica 15 maggio 2011

Quale scuola per la Sardegna? Incontro-dibattito


A tre anni dall'entrata in vigore della Riforma Gelmini (legge 133/2008) la scelta di indebolire e di destrutturare la scuola pubblica a favore di quella privata è sempre più chiara nelle dichiarazioni e, soprattutto, nelle azioni del governo: il piano triennale dei tagli, contenuto in quella legge (8 miliardi di euro in meno e 132.000 docenti e ata in meno), diverrà strutturale e produrrà nel medio periodo un’enorme riduzione delle risorse per la scuola e un crollo della quota del PIL investita in istruzione. La drammatica vicenda del precariato della scuola è ben lontana dall’essere risolta e le misure del cosiddetto Decreto Sviluppo prevedono immissioni in ruolo irrisorie, che coprono appena un terzo dei pensionamenti annui. In questo contesto la scuola in Sardegna attraversa uno specifico stato di crisi profonda: i dati OCSE contenuti nell'ultimo rapporto Education at a glance 2010 testimoniano che il nostro sistema scolastico soffre di carenze tali da collocarlo tra gli ultimi in Europa. In assenza di una legge regionale in materia di istruzione, la Riforma Gelmini è stata applicata pedissequamente dal governo regionale e sta infatti già dando i suoi nefasti frutti: tassi più alti di dispersione e abbandono scolastico, soprattutto nelle aree a forte rischio di emarginazione e devianza; meno diplomati e di conseguenza meno iscritti all'Università; tagli indiscriminati al personale; soppressione di plessi scolastici secondo criteri differenti da quelli della qualità, della gratuità, delle pari opportunità formative e della tutela universale del diritto allo studio. Il piano di dimensionamento approvato dalla giunta regionale non ha tenuto in considerazione la specialità sarda dal punto di vista socio-economico, territoriale, demografico e linguistico, e ha di fatto applicato una razionalizzazione di tipo puramente economico, considerando il servizio scolastico solo un costo da abbattere. Gli accorpamenti fanno registrare in tutto il territorio molti casi di sovraffollamento delle classi, spesso in contrasto con la normativa in materia di sicurezza; l'assistenza agli alunni con disabilità è assolutamente insufficiente e inadeguata; la drammatica situazione degli insegnanti precari e la tensione generalizzata del mondo scolastico sono aggravate in Sardegna dall'incapacità politica della Giunta regionale nell'affermare subito con forza ed efficacia di fronte al Governo nazionale la peculiarità evidente della situazione sarda, non solo culturale ed identitaria, ma legata anche alla distribuzione della popolazione e alla difficile viabilità; la soppressione di numerose classi prime, specie nei paesi delle zone interne, mette a rischio nell'immediato futuro la sopravvivenza di interi istituti scolastici, e in prospettiva di interi centri demici, aumenta i disagi e fa venir meno la gratuità del diritto all'istruzione pubblica per centinaia di studenti; il conseguente aumento del pendolarismo interesserà anche i bambini delle elementari; l'offerta formativa risulta fortemente diminuita nelle scuole di ogni ordine e grado della Sardegna, infatti l’organico del personale docente della Sardegna per l'anno scolastico 2010/2011, secondo i dati del Ministero, è stato ridotto di 1037 unità (seconda percentuale di taglio più elevata in campo nazionale, - 5,18%, seconda solo alla Calabria); non è stato predisposto un piano straordinario di edilizia scolastica a fronte dell'inadeguatezza strutturale degli edifici e in assenza dei principali requisiti di sicurezza in numerosi plessi scolastici; non vi è traccia di un serio progetto di coordinamento efficace tra il sistema dell'istruzione e quello della formazione professionale riguardo alle problematiche della dispersione scolastica e dell'orientamento degli alunni nei passaggi cruciali tra la scuola secondaria di primo grado e quella secondaria di secondo grado e tra quest'ultima e l'Università; manca a tutt'oggi una definitiva e improrogabile individuazione dei Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti (Decreto Ministeriale 25.10.2007 emanato ai sensi dell'art. 1, comma 632, della legge 296/2006) con l'obiettivo, in un momento cruciale di crisi economica e finanziaria, che colpisce la nostra isola con una violenza tutta particolare, di potenziare l'apprendimento lungo l'arco della vita, attivando i percorsi finalizzati al conseguimento di titoli di studio, compreso l'assolvimento dell'obbligo di istruzione, e alla conoscenza della lingua italiana da parte degli stranieri.

Per tutti questi motivi, i segretari dei Circoli 3 e 4 del Partito Democratico di Sassari, Fabio Pinna e Mauro Sanna, insieme con Esmeralda Ughi consigliere comunale del PD hanno organizzato l'incontro-dibattito Quale scuola per la Sardegna? che si terrà a Sassari presso la sede del Circolo PD n° 3, in via Luna e Sole 52A, giovedì 19 maggio alle ore 18.00. All'iniziativa, frutto anche del dibattito nato in seno al Forum Istruzione Pd della Federazione di Sassari, parteciperanno, Silvio Lai, segretario regionale del PD; Lalla Paoni, componente del forum Istruzione PD Federazione di Sassari, già assessore provinciale all'Istruzione, Massimo Sechi, dirigente scolastico e consigliere comunale PD a Sassari, Esmeralda Ughi, docente e consigliere comunale PD a Sassari, Cristian Ribichesu, docente e componente del forum Istruzione PD Sassari. Coordinerà i lavori Mauro Sanna, docente e componente della segreteria provinciale PD.

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